
Spie come noi
- Andrea Portolano
- 1 apr 2021
- Tempo di lettura: 1 min
La vicenda dello spionaggio russo, se non fosse estremamente grave, sarebbe da considerare grottesca.
L'ufficiale di marina che vende segreti per 5000 euro (non 500mila... cinquemila!)
I soldi nei bugiardini dei farmaci...
Insomma le componenti classiche da film di spionaggio ma in salsa romana.
Ma quello che inquieta è il clima politico in cui questa cosa è potuta avvenire: il clima di un paese in cui un dittatore come Putin non solo non viene condannato ma addiritura incoraggiato da buona parte della nostra politica. Un clima per cui militari e l'intelligence russa hanno potuto fare un tour sulle nostre strade e nel nostro paese liberamente anzi... con la benedizione del nostro PdC e filmati in mondovisione.
Lo stesso clima per cui, nello stesso giorno in cui viene arrestato il militare infedele ed espulsi gli agenti Russi, il capo del partito più rappresentato in parlamento, condanna la linea dura contro Mosca che, vale la pena ricordarlo, da anni interferisce nella politica e nelle elezioni di molti paesi occidentali.
E in tutto questo i sovranisti? Quelli che dovrebbero difendere la patria dalle ingerenze estere? Zero! Nessun post nessun tweet niente di niente. Meloni e Salvini Zero commenti sulla vicenda. Perché difendere la patria si... ma se a minacciarla sono azioni di spionaggio dei russi che magari ti hanno fatto arrivare qualche soldino allora tutti zitti.
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