Il peggio del peggio
- Andrea Portolano
- 20 lug 2022
- Tempo di lettura: 2 min
La Terza (e aurea) Legge Fondamentale della stupidità elaborata da Cipolla recita: "una persona stupida è una persona che causa un danno a un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita."
Ed ecco quindi svelati i politici più stupidi della storia recente, ma probabilmente di sempre.
Conte. Apre una crisi al buio senza avere la minima idea di come uscirne se non a pezzi. Pessimamente consigliato da Casalino a caccia di uno stipendio e da Travaglio a caccia di uno scalpo, spacca il suo partito, spacca la maggioranza, spacca la credibilità del paese e le residue speranze di accedere ai fondi del PNRR... spacca anche i maroni, sproloquiando di cose che nemmeno i suoi capiscono e finendo per fare la figura del politico meno carismatico di Fantozzi.
Salvini. Se c'era uno che poteva fare una cazzata più grossa di Conte questo era Mr. Papeete. L'uomo che dopo essere stato definito da Scanzi "il miglior politico del lotto per distacco" ha buttato alle ortiche la sua leadership nel cdx, la sua carriera politica e il suo futuro come segretario della Lega (vedrete che presto I Fedriga e i Giorgetti gli faranno la pelle) non doveva far altro che stare Zitto... far fare a Conte la Figura di merda e incassare il loro suicidio politico che avrebbe probabilmente portato comunque al voto.
Invece no! Ci ha messo del suo ed è riuscito a peggiorare la situazione dando a Conte una scusa per provare a fare la vittima.
Berlusconi. Beh qui si può invocare almeno la demenza senile. Il famoso "Moderato" fa quello che nessun moderato avrebbe mai voluto.
La pagherà alle elezioni ma almeno lui se ne può sbattere le palle coi soldi e le squinzie che ha. Il paese lo ricorderà come il vecchio rincoglionito, affetto da priapismo dal collo in su.
Piccolo consiglio al PD: perdere per perdere tanto vale sfanculare i grillini, andare alla campagna elettorale con Draghi candidato premier e alleato dei partiti centristi sulla base di un programma vero. Almeno si gioca per vincere invece che per perdere meno.
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